Giro del Sagro da Vinca (Anello delle 7 foci)
Impegnativa escursione da Vinca con il giro completo intorno al Monte Sagro per ammirare questa montagna apuana da tutti i versanti toccando ben 7 foci (Rasori, Navola, Vinca, Luccica, Faggiola, Fanaletto e Pollaro) eventualmente riducibili partendo, però, dalla Foce di Pianza.
La traccia è stata rilevata direttamente ma potrebbe presentare imperfezioni e/o inesattezze.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
DESCRIZIONE:
Superata Vinca e continuato a guidare per oltre 2 km di strada in pessime condizioni, lascio l’auto nello slargo sterrato presso il Fosso di Nebbieto (q. 928 m.).
Imbocco subito il sentiero 153 che guadagna velocemente quota nel bosco.
Non lontani dal percorso ci sono alcuni castagni di notevoli dimensioni.
Superati i ruderi di Casa Farfareto, arrivo al bivio con il sentiero 38.
Bella la vista sul Monte Sagro, sulla Cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello.
Seguendo il tratto comune dei sentieri 38 e 153, procedo verso sud-est (destra) e in paio di centinaia di metri arrivo ad un nuovo bivio fra i 2 tracciati.
Dal 38 giungerò al ritorno. Ora salgo con il sentiero 153 nel bosco verso la Capanna Garnerone con l’omonima cresta alta a sinistra.
Quando, risalendo il versante occidentale del Monte Grondilice, la vegetazione si apre, la visuale spazia sulla Valle di Vinca con bella vista anche sul Pizzo d’Uccello.
Giungo così alla Capanna Garnerone (q. 1260 m.), edificio in legno immerso fra le conifere in cui, previa richiesta delle chiavi, è possibile anche pernottare in una delle camerate.
Vicino c’è la fonte, non perenne, della Vacchereccia.
Proseguo sempre verso sud-est (segnavia 37-173-186) fino alla Foce di Rasori (q. 1315 m.), stretta fra i monti Grondilice e Rasori e affacciata sul profondo Canale del Fondone. Notevole il selvaggio panorama circostante con il contrasto fra le aspre montagne e il mare.
“Foce” è l’equivalente locale di “passo” o “sella” e oggi ne toccherò ben 7!
Seguo il sentiero 37-173 verso Campo Cecina aggirando a nord il Monte Rasori.
In un tratto scosceso un cavo d’acciaio rende più sicuro il sentiero particolarmente esile, in particolare con fondo bagnato.
Mentre le prime nuvole iniziano a coprire le cime circostanti, arrivo alla Foce di Navola (q. 1291 m.), bivio fra i sentieri 37 e 173.
Proseguo con attenzione ancora in direzione di Campo Cecina (segnavia 173) rimanendo di poco sul ripido e, inizialmente, esposto versante settentrionale fino ad arrivare alla Foce di Vinca (q. 1332 m.).
Qui passa il tracciato più breve intorno al Monte Sagro che ora, in senso orario, percorrerò quasi interamente.
Con il sentiero 38 mi inoltro nel versante orientale del Monte Sagro perdendo quota fra erba e roccette.
Continuo tagliando il ripido pendio che sprofonda nel Canale dei Vallocchi.
L’ambiente è sempre più severo. Sopra di me le pareti scendono quasi verticali.
Oltre una dorsale, torno a scendere fino ad un ampia zona detritica sottostante le Bore del Sagro dove incrocio alcuni escursionisti corsi che fra le Apuane trovano un po’ dell’asprezza della loro isola.
“Bora” o “Borra” sta a significare voragine oppure fossa.
Raggiungo poi l’abbandonata Casa al Riccio (o dei Macchinari, q. 1074 m.) e, continuando il lunghissimo traverso, la Casa dei Pisani (q. 1073 m.), testimonianze di vecchia attività marmifera.
Di fronte ho la verticale parete occidentale del Picco di Navola mentre, 600 metri sopra di me, la cima dello Spallone coperta dalle nubi.
Procedo senza grossi cambi di pendenza alternando tratti erbosi ad altri detritici.
Giunto alla Foce Luccica (q. 1029 m.) notevole è il panorama.
Oltre il Monte Rasori e il Picco di Navola, emergono il Monte Grondilice e, più ad est, il Contrario ed il Cavallo. Dalla parte opposta il Monte Maggiore e, devastati dalle cave di marmo, i Campanili di Colonnata mentre più a sud risplende il mare.
Abbandono il sentiero 38 che scende a Colonnata e imbocco il tracciato 172.
Procedo ancora tagliando trasversalmente il pendio sovrastato da Cima delle Serre, propaggine meridionale del Monte Sagro.
Superata una dorsale, il versante si fa molto erto e sprofonda verso una grossa area di escavazione.
Una ripida salita mi conduce ad un bel punto panoramico dopo il quale lo stretto sentiero risulta decisamente esposto.
Giusto un punto è attrezzato con un cavo.
Tutto ad un tratto, per aggirare la sommità della cava dei Vallini, la traccia si impenna affiancata da una specie di parapetto costituito da una doppia catena.
Raggiunta una strada marmifera, procedo in salita per poi imboccare un passaggio su di un terrazzo di marmo all’interno della cava.
Con una scalinata rimango ai bordi dell’area di scavo e mi porto ai piedi di un canale detritico che risalgo.
Continuo faticosamente a salire il pendio con le rocce che pian piano lasciano spazio all’erba mentre un gruppo di capre mi osserva.
Giunto circa 200 metri al di sotto della cima dello Spallone (q. 1639 m.) il percorso si fa meno pendente e torno a traversare con la dovuta attenzione lungo il fianco meridionale della montagna decisamente scosceso.
Sempre ampia la vista verso il mare e le Apuane centro-meridionali.
Arrivato alla Foce della Faggiola (q. 1466 m.) l’ambiente cambia completamente e si fa più rilassante e il cielo più azzurro.
Torno a vedere la vetta del Sagro (q. 1753 m.).
Il pratone che ne ricopre il fianco occidentale non lascia immaginare l’asprezza del versante opposto in cui ora le nuvole sono confinate.
Evito di seguire il tracciato per la sommità e procedo ancora con il sentiero 172 che sfiora la piccola Cima di Bozzarello e il Monte La Faggiola per poi procedere verso nord-ovest in direzione della Foce di Pianza con ampia visuale sulle cave di Lorano, su Carrara e sul mare con il promontorio di Bocca di Magra, punta orientale della Liguria.
Al quasi impercettibile bivio con il sentiero 173, devio a destra su quest’ultimo che scende un poco, aggira un’area di cava e poi riprende quota.
Un tratto su prato mi porta al bivio con una delle due “Vie Normali” del Monte Sagro.
Questa sale decisamente (segnavia blu e gialli) mentre io proseguo sul sentiero 173 tagliando, senza grosse variazioni di quota, il versante nord-occidentale di questa importante cima a nord della città di Carrara.
Sotto di me un’ampia cava marmifera oltre la quale emerge il Monte Borla, balcone panoramico sul Monte Sagro.
Il percorso in alcuni punti è piuttosto stretto e sconnesso.
In un paio di punti esposti è presente anche un lungo cavo di acciaio.
Raggiungo la Foce del Fanaletto (q. 1427 m.) passando così sul versante settentrionale del Sagro.
Il pendio è subito ripidissimo e l’esile sentiero, inizialmente con l’aiuto di un cavo, lo taglia trasversalmente.
In basso c’è la conca denominata “Catino del Sagro” mentre sopra ho la parete nord della montagna, quasi verticale.
Alcune finestre tra la vegetazione permettono begli scorci sul Pizzo d’Uccello, sulla Cresta Garnerone e sul Monte Grondilice. Dietro di essi spunta la sommità del Monte Pisanino (q. 1946 m.).
Ancora un tratto esposto e dotato di cavo d’acciaio poi supero un’area prativa ricoperta da numerosi detriti.
Il pendio si fa meno severo e perdo quota fra i faggi fino al fondo di questo anfiteatro che scende a nord della cima del Sagro.
Con una breve salitina giungo alla Foce del Pollaro (q. 1337 m.).
La successiva discesa è infida e l’iniziale presenza di cavi può essere utile.
Una volta che esco dal canalone il sentiero spiana.
Attraverso un pendio colmo di detriti con ampia vista sulla valle di Vinca.
Ritornato nel bosco, giungo presto al bivio fra il sentiero 173, che sale alla Foce di Vinca, e il sentiero 38 che procede verso l’omonimo paese.
Seguendo quest’ultimo perdo lentamente quota.
Dopo alcune centinaia di metri il tracciato si fa ampio, è quanto rimane di una strada realizzata durante la Seconda Guerra mondiale.
Prevalentemente fra gli alberi, aggiro tutta la testata della vallata.
Percorrendo il versante occidentale del Monte Grondilice arrivo ad incrociare il sentiero 153 che sale verso la Capanna Garnerone.
Continuo sul tracciato principale (segnavia 38 e 153) percorrendo a ritroso la via dell’andata.
Raggiunto presto la seconda deviazione fra i tracciati 38 e 153, scendo ripidamente su quest’ultimo fino al parcheggio.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel luglio 2020
- Durata*: 7h20′
- Tempi progressivi*: Vinca (Parcheggio Nebbieto) – Capanna Garnerone (1h00′) – Foce di Rasori (1h15′) – Foce di Navola (1h35′) – Foce di Vinca (1h50′) – Foce Luccica (3h05′) – Foce della Faggiola (4h35′) – Bivio sentieri 172/173 (5h05′) – Foce del Fanaletto (5h45′) – Foce del Pollaro (6h15′) – Bivio sentieri 38/173 (6h30′) – Vinca (Parcheggio Nebbieto) (7h20′)
*I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato. - Dislivello: +1600 m. / -1600 m.
- Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
- Carta escursionistica: 4Land n. 200 – Alpi Apuane 1:25000
- Accesso: Da Carrara salire e oltrepassare di alcuni km Castelpoggio (S.P.73dir) poi deviare a destra per Monzone da cui si sale a Vinca. All’inizio del paese tenere la destra (via Tedesca) e continuare per alcuni km su fondo che diviene in pessime condizioni fino al parcheggio al termine della strada.
Dal casello autostradale di Aulla seguire per Fivizzano fino al bivio per Gassano e Gragnola (S.P. 445) poi seguire le indicazioni per Vinca e procedere come sopra descritto. - Trasporto pubblico: Treno fino a Monzone (linea Aulla-Lucca) poi bus Autolinee Toscane – Extraurbani Massa fino a Vinca (linea L43) poi a piedi (dislivello + 150 metri) utilizzando il sentiero 38 evitando di passare dal parcheggio per auto.
(https://www.ferrovia-lucca-aulla.com/)
(https://www.at-bus.it/it/orari.html#modTimetables_collapseExtraUrbanLine)
COMMENTI E NOTE:
- Percorso piuttosto vario che, nonostante non raggiunga alcuna cima, regala scorci panoramici di prim’ordine su alcune cime apuane, i valloni che circondano il Monte Sagro e verso il mare.
- Il notevole dislivello complessivo, suddiviso in diverse sezioni, e i numerosi tratti esposti solo parzialmente attrezzati con cavi di acciaio rendono questo itinerario esclusivamente riservato ad escursionisti esperti.
- Sono necessari assenza di vertigini e passo sicuro.
- Percorso assolutamente pericoloso in presenza di neve o ghiaccio.
In particolare il sentiero 173 può essere problematico anche a primavera decisamente inoltrata.
Anche il fondo bagnato può creare numerosi problemi. - Volendo anche salire sulla vetta del Monte Sagro si può utilizzare sia le due vie normali (salendo dalla Foce della Faggiola e scendendo dalla dorsale occidentale fino al sentiero 173) oppure, sempre dalla Foce della Faggiola, seguire la più spettacolare traccia che passa del Monte Spallone (vedi link più sotto nelle “Altre escursioni pubblicate in zona”).
- E’ possibile accorciare l’itinerario partendo dalla Foce di Pianza e percorrendo quasi esclusivamente l’anello intorno al Sagro, eventualmente aggiungendo anche la salita sulla montagna.
- Volendo suddividere il percorso in 2 tappe si può utilizzare il Rifugio Carrara: al bivio fra i sentieri 172 e 173 si prosegue diritto fino alla Foce di Pianza poi, con il tracciato 173, in poche decine di minuti si arriva al rifugio.
Altre escursioni pubblicate in zona:
- Monte Sagro passando da Monte Borla e Spallone
- Monte Borla da Piazzale dell’Uccelliera
- Pizzo d’Uccello e Monte Grondilice
- Monte Tambura dalla Val Serenaia
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