Sullo Sciliar da Bagni di Lavina Bianca

Sullo Sciliar da Bagni di Lavina Bianca

Itinerario all’interno del Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio lungo i sentieri che da Bagni di Lavina Bianca percorrono il versante meridionale dello Sciliar raggiungendone la sommità (Monte Pez) attraversando la Gola dell’Orsara/Bärenfalle, il Buco dell’Orso/Bärenloch e la Val Ciamin con passaggio dal Rifugio Bolzano e, eventualmente, dal Rifugio Alpe di Tires.

sentieri Sciliar Gola dell'Orsara Barenfalle
Scale e ponticelli nella Gola dell’Orsara

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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE


DESCRIZIONE:

E’ già autunno inoltrato da oltre un mese e le giornate sono ormai corte.
L’escursione in programma è piuttosto lunga e impegnativa per cui mi trovo a Bagni di Lavina Bianca/Weisslanbad (q. 1179 m.), presso San Cipriano, quando il sole ha appena iniziato ad illuminare le montagne.
Sono in Val di Tires, all’imbocco della Val Ciamin ed ai piedi dei rocciosi contrafforti meridionali dello Sciliar.
Le pareti di fronte a me sono decisamente erte.
Cerco con lo sguardo la Gola dell’Orsara/Bärenfalle, il taglio nella montagna che mi permetterà di arrivare a Sella Cavaccio dopo 800 metri di dislivello.
Quest’anno non è ancora arrivata la neve altrimenti l’itinerario previsto sarebbe stato piuttosto pericoloso.

Imbocco il sentiero 2 diretto al Rifugio Bolzano che si innalza subito per poi traversare lungamente il ripidissimo pendio.
Una panchina presso una piccola grotta invoglia al riposo e ad ammirare i dintorni.
Posso vedere praticamente tutta la Val Ciamin la cui testata è chiusa dal gruppo del Catinaccio.

Val Ciamin
La Val Ciamin

Ho già guadagnato oltre 200 metri di quota quando giungo all’inizio della Gola dell’Orsara/Bärenfalle.
Risalgo faticosamente stretto fra alte pareti rocciose.
Alle mie spalle si riesce a scorgere solo il Latemar.

Latemar visto da Gola dell'Orsara sentieri Sciliar
Finestra sul Latemar

Quando il canyon si allarga inizia una spettacolare serie di sospese scalinate in legno alternate a ponticelli che consentono un più semplice superamento del pendio detritico.
In alcuni punti un cavo d’acciaio rende più sicura la progressione lungo alcuni tratti un po’ esposti.

sentieri Sciliar Gola dell'Orsara Barenfalle tratto attrezzato
Ponticelli della Gola dell’Orsara

Terminato questo tratto il pendio si fa più dolce ed erboso, seppur ripido. Ora si vede anche il Catinaccio.

Arrivo a Sella Cavaccio/Tschafatsch Sattel (q. 2070 m.), importante crocevia da cui proseguo sempre lungo il sentiero 2 in direzione del Rifugio Bolzano/Schlernhaus.

Presto la visuale si apre sullo Sciliar mentre nella valletta sottostante si nota Malga Sessel/Sessel Schwaige.

Percorro in leggera ascesa il versante sinistro idrografico della piccola valle solcata dal Rio Sciliar mentre la vista si apre verso l’altopiano del Renon poi, più lontano, le Alpi Venoste, il gruppo dell’Ortles e le Maddalene.

Raggiunto il centro della bella valletta, la pendenza aumenta.

Sciliar verso Rifugio Bolzano
La valletta del Rio Sciliar

Intanto si inizia a scorgere la sagoma della chiesetta di San Cassiano poi quella del Rifugio Bolzano.

Pervenuto alla piccola chiesa il panorama circostante è splendido: Catinaccio, Latemar, Pala Santa e Corno Nero in bella vista oltre ai lontani Lagorai e al Sassopiatto che fa capolino dietro l’altopiano dello Sciliar.

Sciliar chiesa San cassiano
La chiesetta San Cassiano

Salgo al Rifugio Bolzano/Schlernhaus (q. 2457 metri), storico edificio in pietra inaugurato nel lontano 1885.

Sciliar Rifugio Bolzano
Il Rifugio Bolzano

Mi fermo qualche minuto poi riparto alla volta del Monte Pez (sentiero 4), massima elevazione dello Sciliar.
In una ventina di minuti raggiungo la croce di vetta (q. 2563 m.).

Monte Pez Sciliar
La croce su Monte Pez, vetta dello Sciliar

La giornata è meravigliosa, la visuale da quassù ancora di più.

Panorama a 360° sui Monti Sarentini, le Dolomiti e le cime al confine con Austria, Svizzera, Lombardia e Trentino ma anche i veneti Antelao e Pelmo.

Ritorno al Rifugio Bolzano e continuo lungo il sentiero 4 verso l’ampio altopiano dello Sciliar.
Passo a fianco di un piccola pozza ghiacciata poi incrocio il sentiero 1 detto anche “dei turisti” diretto a Siusi e all’omonima Alpe che si distende verso nord-est.
Continuo lungo il sentiero 4 con il Sassopiatto e le Odle che mi accompagnano in questo tratto decisamente panoramico e privo di difficoltà.

sentieri Altopiano dello Sciliar Sassopiatto
Lungo l’Altopiano dello Sciliar con il Sassopiatto sullo sfondo

Una sezione in salita e sono al bivio con il Maximiliansteig, via ferrata che sale sulla Cima di Terrarossa.

Proseguo in discesa verso il rifugio Alpe di Tires/Tierser Alpl Hütte spostandomi sul versante meridionale di Cima di Terrarossa affacciato al gruppo del Catinaccio.
Il fondo diventa più roccioso e il pendio più ripido.
Incrocio due ciclisti che procedono con la bici in spalla e un nero cagnolino al seguito.

In questo incredibile mutamento di paesaggio spunta l’inconfondibile tetto rosso del rifugio Alpe di Tires, alle sue spalle il Piz Boè (Gruppo del Sella).

Rifugio Alpe di Tires Piz Boè
Il Rifugio Alpe di Tires con alle spalle il Piz Boè

Il sentiero procede alle pendici della Cima di Terrarossa.
Oltrepasso un tratto un po’ esposto su di un profondo canale e dotato di un cavo d’acciaio.

Poco dopo passo a fianco di un altro canalone. E’ il Buco dell’Orso/Bärenloch al cui interno si sviluppa la discesa di ritorno.

Raggiungo il bivio con il sentiero 3 diretto ai Bagni di Lavina Bianca.
Lo seguo immediatamente rinunciando all’idea di proseguire fino al vicino Rifugio Alpe di Tires.

La discesa nel canalone è molto ripida e quasi costantemente facilitata da un cavo d’acciaio.
Il fondo è prevalentemente detritico e sconnesso e richiede attenzione.

Buco dell'Orso Butterloch
Scendendo nel Buco dell’Orso

Pian piano il percorso si alza rispetto al fondo della gola divenendo più esposto.

Persi circa 300 metri di quota il pendio diviene in parte erboso e il tracciato più semplice.

Entro nella pineta e oltrepasso il sentiero diretto al Rifugio Bergamo/Grasleitenhütte ed a poco più di 1700 metri di altitudine raggiungo una strada forestale che percorre il fondo della Valle di Ciamin.
La seguo in discesa.
Alle spalle le Cime del Principe in tutta la loro verticalità. Poi le Cime Valbona e le Crode di Ciamin, vette minori del gruppo del Catinaccio ma non per questo meno affascinanti.

Val Ciamin
Alcune cime del Gruppo del Catinaccio

Dopo la lunga discesa nella stretta valle, mi mantengo sul tracciato 3 che diviene sentiero abbandonando la strada forestale diretta verso l’Hotel Cyprianerhof (percorso 13).

Scendo alla vecchia segheria (Steger Säge) ora rinnovata e al servizio del Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio.

Vecchia segheria val Ciamin
La vecchia segheria

Supero il ponte e per asfalto torno velocemente a Bagni di Lavina Bianca.

DATI ITINERARIO:

  • Escursione effettuata nell’Ottobre 2017
  • Durata*: 7h50′
  • Tempi progressivi*: Bagni di Lavina Bianca – Sella Cavaccio (2h30′) – Rifugio Bolzano (3h50′) – Monte Petz (4h10′) – Bivio sentieri 3/4 (5h40′) – Buco dell’Orso – Bagni di Lavina Bianca (7h50′)
  • *I tempi inseriti corrispondono a quanto presente nella segnaletica posta lungo i sentieri.
  • Dislivello: +1500 m./ -1500 m.
  • Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
  • Carta escursionistica: Tabacco n. 029-Sciliar-Catinaccio-Latemar – 1:25000
  • Accesso: Da Bolzano (o uscita autostradale Bolzano Nord) procedere in direzione Bressanone fino Prato all’Isarco dove si segue per Tires che si oltrepassa di circa 2 km per poi deviare per Lavina Bianca. Alla rotonda svoltare a sinistra e parcheggiare dopo 100 metri.
  • Trasporti pubblici: da Bolzano bus SAD fino all’autostazione di san Cipriano (linea 185) (https://www.sad.it/).
    Proseguire poi a piedi con sentieri 12A poi 12 (direzione Rifugio Bolzano, Bagni di Lavina Bianca) fino alla vecchia segheria poi sentiero 3.
    Al ritorno al bivio fra i tracciati 3 e 13 seguire quest’ultimo e la direzione Hotel Cyprianerhof (andata e ritorno complessivamente +1h00′ da cartellonistica)

COMMENTI E NOTE:

  • Escursione di notevole impegno ma altrettanto bella in ambiente molto vario.
    Si passa dai ripidi pendii e canaloni all’ampia dorsale panoramica che collega lo Sciliar alla Cima di Terrarossa senza dimenticare valli e vallette alternando tratti facili e veloci ad altri maggiormente difficoltosi.
  • Visti il dislivello e la durata dell’escursione, è necessario possedere un buon grado di allenamento.
  • Il percorso è riservato ad Escursionisti Esperti dotati di passo sicuro e assenza di vertigini.
  • E’ assolutamente da evitare in presenza di neve o ghiaccio!
  • Il Rifugio Bolzano/Schlernhaus può essere un buon punto di appoggio anche per spezzare l’escursione in due giornate.
    A 20′ dal bivio fra i sentieri 3 e 4 è presente il rifugio Alpe di Tires/Tierser Alpl Hütte che può essere utilizzato come punto di appoggio così come, deviando a Sella Cavaccio si può raggiungere in 20′ Malga Sessel/Sessel Schwaige poi salendo al Rifugio Bolzano con il sentiero 1.
  • L’itinerario può essere percorso in entrambi i sensi senza particolari differenze ma non è accorciabile se non fermandosi al Rifugio Bolzano o sul Monte Pez ritornando poi indietro lungo lo stesso tragitto oppure passando per la Malga Sessel/Sessel Schwaige.

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2 Replies to “Sullo Sciliar da Bagni di Lavina Bianca”

  1. Abbiamo preso spunto e copiato l’esperienza ieri 4 agosto. Riconoscente per le precise indicazioni e per il suggerimento. Esperienza meravigliosa. Assai gradite le sorgenti di acqua trovate sulla via del ritorno a circa 3 km o poco più dall’arrivo. Stanchi ma entusiasti. Ancora grazie

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