Giro del Catinaccio di Antermoia da Mazzin
Meraviglioso trekking sui sentieri intorno a Catinaccio di Antermoia e Molignon con partenza e arrivo a Mazzin, in Val di Fassa, attraverso paesaggi sempre differenti.
La traccia è stata disegnata manualmente e potrebbe presentare imperfezioni e/o inesattezze.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
DESCRIZIONE:
Il Catinaccio di Antermoia, con i suoi 3002 m. di altitudine, è la cima più elevata del Gruppo del Catinaccio.
Partendo da Mazzin, in Val di Fassa, sono necessari 2 giorni per percorrerlo.
Itinerario in 2 tappe risalendo la Val de Udai per poi superare i passi Ciaregole, Duron, Alpe di Tires, Molignon, Principe e Antermoia.
Si supera poi il Vallone di Antermoia con lo splendido lago e, passato il Pas de Dona, si scende lungamente fino a Mazzin attraverso la Val de Dona.
Quasi tutto il percorso della seconda parte coincide con una porzione della Via Alpina.
PRIMO GIORNO
Dal centro di Mazzin (q. 1367 m.), seguendo il corso del Ruf de Udai, mi porto all’imbocco di una stradina forestale (segnavia 580) che si inoltra nella valle.
Superato il bivio con il sentiero 579 proveniente da Ronch, proseguo lungo lo stradello guadagnando quota.
Il tragitto procede poi su sentiero. Intorno si innalzano alte pareti rocciose e ben si notano le cascate di Soscorza. Sfioro la seconda.
Intanto il bosco di larici e abeti rossi si dirada.
Continuo ad inerpicarmi nella valletta stretta, ripida e selvaggia.
Mi godo la totale tranquillità che regna in questa zona. La trafficata Val di Fassa è ormai lontana.
Un attimo di tregua poi il sentiero torna a salire deciso, senza sosta.
Al mio fianco, immancabile compagno per questa salita, il Ruf de Udai.
Dopo oltre 800 m. di dislivello sbuco nel terrazzo erboso di Camerloi. Alla mia destra la Val di Dona scende verso Campestrin. La percorrerò domani.
L’ambiente è ora ampio, punteggiato da piccole baite e fienili.
Proseguo in leggero falsopiano attraverso i prati. Di fronte a me le dolomitiche sagome del Sas de Dona (q. 2665 m.) e della Croda del Lago (q. 2806 m.).
In breve tempo giungo al bivio con il sentiero 578.
Inizia qui l’anello intorno a Catinaccio di Antermoia e Molignon.
E’ ancora presto e ho molto tempo per raggiungere il Rifugio Passo Principe, dove trascorrerò la notte.
Procederò in senso antiorario, per il tragitto più lungo.
Abbandono quindi il sentiero 580 e in direzione nord risalgo in 5′ al Passo Ciaregole (q. 2282 m.) affacciandomi sulla Val Duron chiusa a nord dalla dorsale che unisce i gruppi del Catinaccio e del Sassolungo.
Al di là della valle, nascosta, l’Alpe di Siusi.
Guardando in direzione est scorgo anche la Marmolada.
Val de Udai, Val de Dona e Val Duron sono le tre vie di accesso alla sezione orientale del gruppo del Catinaccio partendo dalla Val di Fassa.
La mia preferita è certamente la Val de Udai, riservata agli escursionisti, mentre la Val Duron è la prediletta dei ciclisti.
Devio sul sentiero 555 e, superata una dorsale, si apre la vista sui Denti di Terrarossa, spettacolare complesso di guglie su cui corre il Maximiliansteig.
Il tracciato prosegue tagliando il pendio fra radi larici e pini mughi.
Raggiunto il fondo della valle, in località Frighela (q. 1955 m.), oltrepasso il Ruf de Duron e arrivo all’ampio stradello che da Campitello percorre tutta la valle. Diverse famiglie stanno camminando lungo la piana.
La strada riprende a salire.
Una curva secca e presso la bella malga Do Col d’Aura incrocio alcuni runners. Poi è il turno di alcuni tedeschi in mountain bike.
Nell’area è posta anche una stazione per il rilevamento dei dati meteo.
La seconda salita della mia giornata termina a Passo Duron (q. 2204 m.), confine fra le provincie di Trento e Bolzano e limite dell’altoatesino Parco Naturale Sciliar-Catinaccio.
E’ pieno di ciclisti ed escursionisti, per lo più provenienti dall’area dell’Alpe di Siusi.
Percorrendo la panoramica e frequentata dorsale, seguo verso ovest il sentiero 594 fino all’innesto in uno stradello proveniente dal versante bolzanino tornando nel mezzo della sezione terminale della Val Duron.
La pendenza è costante, non certo eccessiva per un camminatore.
A sinistra i colori della dolomia, a destra il verde dei prati.
Impiego diversi minuti nella risalita poi eccomi al Rifugio Alpe di Tires (q. 2440 m.) posto presso l’omonimo passo, sotto i Denti di Terrarossa, e ottima ed eventuale soluzione per terminare la prima giornata.
Il rifugio è dotato di un caratteristico tetto rosso che emerge dai colori circostanti.
Il tempo di mangiare qualcosa e riparto in salita utilizzando il sentiero 3A che comincia proprio di fronte al rifugio.
Si entra nel regno di pietra del gruppo del Catinaccio.
In un paio di semplici passaggi alcuni cavi di acciaio aiutano soprattutto in caso di fondo bagnato.
Sto percorrendo un tratto della Via Alpina, itinerario giallo, che in 40 tappe collega Muggia (Trieste) con Oberstdorf in Baviera.
La salita termina presso il punto di arrivo della Ferrata Laurenzi (q. 2598 m.) nella zona del Passo Molignon.
Traverso fra ghiaie e arrivo al punto di scollinamento incassato fra Molignon e Cime del Principe.
Davanti agli occhi uno spettacolare anfiteatro roccioso.
L’intenzione sarà scendere un po’ lungo il canale detritico, traversare a mezzacosta e poi risalire il versante opposto.
Di fronte il Passo Principe, la mia meta.
Perdendo velocemente quota arrivo al bivio con il sentiero 11A che punta direttamente verso Passo Principe passando sotto le verticali pareti del Catinaccio d’Antermoia.
Quando arrivo io il sentiero è chiuso per caduta sassi.
Devo così scendere nel fondo dell’anfiteatro in corrispondenza del bivio con il sentiero 11.
Seguo quest’ultimo abbandonando il sentiero 3A che perde quota verso il Rifugio Bergamo posto a poche centinaia di metri di distanza.
L’ultima salita di giornata si fa sentire.
Fra le ghiaie sono ancora presenti alcuni nevai. Ne attraverso alcuni.
Superando altri 350 m. di dislivello arrivo al Passo Principe presso cui è posto l’omonimo rifugio a quota 2599 m.
Mi siedo un attimo a contemplare il paesaggio circostante.
Chiassosi escursionisti giungono dalla ferrata del Catinaccio d’Antermoia ripercorrendo il tragitto dell’andata invece che scendere nel Vallone di Antermoia eseguendo il percorso completo.
E’ tempo di entrare nel rifugio, sarà una bella serata.
SECONDO GIORNO
Il sole inizia a illuminare le cime che si affacciano sulla Val de Vaiolet, Catinaccio e Torri del Vaiolet in particolare.
Tutto intorno regna il silenzio.
L’aria frizzante mi accarezza il viso.
Dopo colazione impiego un po’ di tempo a gironzolare nei dintorni.
Saluto gestore e collaboratori del Rifugio Passo Principe (q. 2599 m.) e zaino in spalla imbocco il sentiero 584 affrontando subito un ripido traverso con un paio di passaggi su neve.
Salendo, la vista sulle vette circostanti si fa via via sempre più stupefacente mentre il sole illumina tutte le pareti orientate ad est.
Tempo mezzora di traccia fra ghiaie e raggiungo il Passo di Antermoia (q. 2770 m.) posto alla testata dell’omonima valle e massima elevazione del trekking.
Dal passo il sentiero perde quota velocemente alternando tratti su detriti ad altri coperti dalla neve. E’ l’ultimo week-end di giugno e non tutta la coltre bianca si è sciolta.
Un gruppo di escursionisti sta trafficando fra moschettoni e imbraghi. Sono al punto di arrivo della Ferrata del Catinaccio di Antermoia che ne raggiunge la cima.
Arrivo sul fondo del Vallone di Antermoia in un ambiente incredibile.
Percorro il lungo impluvio ghiaioso raggiungendo il bellissimo Lago di Antermoia (q. 2495 m.) tra il vociare degli escursionisti.
A forza di scattare foto occupo quasi tutta la memoria della mia piccola macchina fotografica.
A poche centinaia di metri dal lago è posto il Rifugio Antermoia (q. 2496 m.) e l’incrocio fra i sentieri 580, 583B e 584.
Imbocco il tracciato 580, ampio e inizialmente in lieve discesa.
Una leggera risalita ed eccomi al Pas de Dona (q. 2516 m.), affacciato sulla verde omonima valle e con ampia visuale verso est.
Davanti ai miei occhi ci sono buona parte delle Odle poi Sassopiatto e Sassolungo, Sella e Marmolada.
Il sentiero ora perde quota abbastanza velocemente fino al bivio fra i tracciati 578 e 580, punto di chiusura dell’anello intorno a Catinaccio d’Antermoia e Molignon.
Esco dal dolomitico gruppo abbandonando le grigie montagne e mi immergo nel verde di Camerloi, lungo il tragitto percorso all’andata.
Raggiungo l’imbocco della Val de Udai e abbandono il segnavia 580.
La discesa verso valle la effettuerò percorrendo la Val de Dona con il sentiero 577.
Il gestore del Rifugio Passo Principe l’ha chiamata “spacca gambe”…
La prima parte la discesa è molto tranquilla.
Mentre percorro lo stradello sterrato supero molte baite.
In una di queste, ristrutturata, è posto il Rifugio Dona (q. 2100 m.).
Poco oltre il rifugio il tracciato inizia ad inoltrarsi nel bosco aumentando di pendenza e con tratti cementati.
Confermo, è un vero spacca gambe!!! Soprattutto oltre la località di Fostiac.
Intorno a quota 1600 m., raggiunto un bivio di strade forestali, abbandono il tracciato 577 e la Via Alpina per proseguire in direzione di Mazzin.
Impiego altri 50′ per tornare al parcheggio pubblico posto all’ingresso sud del paese in cui ho lasciato l’auto.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel giugno 2012
- Durata*: 7h40′ (1a tappa) + 4h15′ (2a tappa)
-
Tempi progressivi:
1a tappa: Mazzin – bivio sent. 577/580 (2h20′) – Passo Ciaregole (2h45′) – Passo Duron (4h20′) – Rifugio Alpe di Tires (5h10′) – Passo Molignon (5h50′) – Rifugio Passo Principe (7h40′)
2a tappa: Rifugio Passo Principe – Passo Antermoia (30′) – Rifugio Antermoia (1h20′) – bivio sent. 578/580 (1h55′) – Rifugio Dona (2h30′) – bivio per Fontanazzo (3h10′) – Mazzin (4h00′)
*I tempi inseriti corrispondono a quanto indicato nella segnaletica posizionata in loco e, quando non presente, a quanto da me impiegato e sono puramente indicativi. - Dislivello: Mazzin – Rifugio Alpe di Tires +1400 m./-350 m. circa; Rifugio Alpe di Tires – Rifugio Passo Principe +500 m./-350 m. circa; Rifugio Passo Principe – Mazzin +200 m. / -1400 m. circa
- Difficoltà: E (Escursionistica)
- Carta escursionistica: Tabacco n. 06 – Val di Fassa e Dolomiti Fassane – scala 1:25000
- Accesso: Dall’uscita autostradale di Egna-Ora-Termeno dirigersi verso la Val di Fiemme attraversandola completamente e a Moena proseguire in Val di Fassa (direzione Canazei) fino a Mazzin.
- Trasporto pubblico: Autobus da Trento-Cavalese-Moena-Pozza di Fassa oppure da Bolzano cambiando a Pozza di Fassa
(https://www.fassa.com/IT/Come-arrivare/)
COMMENTI E NOTE:
- Trekking faticoso ma di grande soddisfazione. La seconda parte, essendo prevalentemente in discesa, comporta molto meno sforzo.
Solo l’ultima parte, oltre il Rifugio Dona risulta un po’ monotona e massacrante per le gambe, anche se facile. - Grande variabilità di splendidi panorami, non si ci annoia mai.
- Dato il notevole dislivello suddiviso in diverse salite, è necessario possedere un ottimo stato di forma per potersi godere fino in fondo gli ambienti attraversati.
- L’esposizione è molto limitata ma è richiesta padronanza nella progressione su sentieri detritici oltre il Rifugio Alpe di Tires.
In caso di neve compatta è richiesta un po’ di attenzione. - Lungo il percorso sono presenti diversi punti di appoggio che permettono di variare a piacimento la lunghezza delle tappe, anche di suddividere l’itinerario in 3 giornate.
- Può essere consigliabile modificare la durata delle due tappe terminando la prima al Rifugio Alpe di Tires riducendo, di conseguenza, di 500 m. il dislivello del primo giorno.
Altra alternativa è quella di effettuare in senso orario il giro intorno al Catinaccio d’Antermoia mantenendo il Rifugio Passo Principe come posto tappa. Con tale opzione le tappe avrebbero più o meno la medesima lunghezza e il dislivello in salita della prima tappa corrisponderebbe a circa +1400 metri, come nel caso precedente. Si tratterebbe di un lungo percorso in salita da Mazzin fino al Passo di Antermoia con tratti ripidi alternati ad altri in falsopiano. - Altra possibilità è quella di suddividere il percorso in 3 tappe, eventualmente con un doppio pernottamento presso il Rifugio Antermoia raggiungibile, con breve deviazione, durante la prima tappa prima di arrivare a Passo Ciaregole.
- Nel caso fosse aperto, il sentiero 11A offre la possibilità di ridurre dislivello e tempo di percorrenza fra il Rifugio Alpe di Tires e il Rifugio Passo Principe.
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