Monte Zingla: traversata da Cecino

Monte Zingla: traversata da Cecino

Lunga e panoramica escursione da Cecino con la traversata completa della cresta del Monte Zingla e il passaggio dal Rifugio “G. Granata” Campei de Sima e la Valle del Prato della Noce.

Monte Zingla
Monte Zingla

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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE


SINTESI DESCRIZIONE:

Dal borgo di Cecino si imbocca il tracciato 279, che percorre la Valle del Prato della Noce, per abbandonarlo dopo pochi minuti e risalire un vallone parallelo.
Raggiunta la Casera Bresassio, si taglia tutto lo scosceso versante occidentale del Monte Zingla per mezzo del tracciato 282, praticamente un sentiero balcone seppur spesso immerso nel bosco.
Nei pressi di Cima Cornone si devia su traccia poco evidente (segnavia 281) e, dopo esser passati alla base di Cima Moltrino, si perviene all’omonima sella.
Si percorre l’esile cresta nord-ovest del Monte Zingla raggiungendone prima l’anticima poi la vetta principale da cui si ha una bella visuale a 360°.

La discesa avviene, dopo un breve tratto attrezzato con cavo metallico, lungo la cresta orientale.
Pervenuti al Rifugio Campei de Sima, ex presidente della sezione degli Alpini di Salò.
Utilizzando una stradina a fondo naturale (segnavia 280) si arriva al Passo della Fobbiola.
Continuando lungamente sull’ampio tracciato 279, talvolta cementato, si percorre tutta la Valle del Prato della Noce fino a tornare a Cecino.

Madonna della Neve Campei de Sima
La chiesetta dedicata alla Madonna della Neve

DESCRIZIONE COMPLETA:

Risalita in auto la Val Degagna, parcheggiamo poco prima della porzione più antica di Cecino (q. 387 m. circa).
Indossati gli scarponi, ci incamminiamo lungo l’asfalto tenendo la destra al primo bivio, presso un’edicola votiva.
Entriamo così nel centro del borgo.
Giunti in corrispondenza di una fontana, deviamo su via Castello in direzione del Rifugio Pirlo seguendo i segnavia bianco-rossi del CAI (percorso 279). L’asfalto termina quasi subito.

Cecino fontana
Cecino

Procediamo per un paio di centinaia di metri parallelamente al fondo della Valle del Prato della Noce.
Appena superata una panchina, abbandoniamo lo stradello per imboccare una scalinata di pochi gradini di cemento (percorso 284).

Guadagniamo quota piuttosto velocemente, in parte immersi nella boscaglia. I segnavia non sono molto frequenti. Intanto appaiono i borghi adiacenti di Cecino e Degagna.

Degagna Cecino
Vista su Degagna e Cecino

L’ascesa continua con il territorio che si fa più brullo. Saltuariamente rientriamo nel bosco.
Accompagnati dalla vista del trittico Forametto, Marmera, Spino, risaliamo la destra orografica di una valletta che scende da Cima Zolver.

sentiero 284 Cecino Brasassio
Salendo lungo il sentiero 284

Un ultimo tratto nel bosco, con il sentiero non sempre ben evidente, ci conduce ad una selletta ove è posto un capanno per la caccia.
Qui il percorso diviene largo e facile.
Praticamente in piano giungiamo ad un’ampia zona prativa con ben visibile la vicinissima Cascina Brasassio (fontana, q. 965 m.) sovrastata dalla Punta Basacul.
Senza raggiungere il fabbricato, ad un trivio seguiamo l’ampia traccia centrale che sale passando a monte della cascina.

Cascina Brasassio
Cascina Brasassio

Oltrepassato un altro capanno per la caccia, lasciamo lo stradello che procede diritto per seguire quello che sale sulla sinistra per qualche metro (percorsi 282-283) a scollinare la dorsale. Entriamo nuovamente nel bosco.
Passa nemmeno un minuto e tralasciamo anche il sentiero 283 che scende a Eno attraverso la Val Faeno e proseguiamo in piano (percorso 282).

Monte Zingla cresta sud-ovest
La cresta sud-ovest del Monte Zingla

Presto l’ampio tracciato diviene sentiero mentre il versante si fa sempre più scosceso.
Nonostante la vegetazione presente, il percorso è un bel balcone affacciato verso uno spicchio della Val Degagna e la dorsale che la separa dalla Val Sabbia.

sentiero 282 Monte Zingla panorama
Panorama dal sentiero 282

Avanziamo in saliscendi tagliando il dirupato versante occidentale del Monte Zingla.
Ben evidenti i salti di roccia che affiancano il sentiero che, però, non risulta particolarmente esposto.

sentiero 282 monte Zingla
Il versante occidentale del Monte Zingla

Senza pendenze eccessive oltrepassiamo le strette valli dei Tre Buchi, dell’Orsa e delle Sigole.

Abbiamo ormai quasi raggiunto quota 1200 metri quando incontriamo il poco visibile incrocio con il sentiero 281. Ne riconosciamo a fatica la traccia che, su di una dorsale, evita di scendere nel bosco per deviare seccamente in salita (destra). Anche in questo caso, come in tutti i bivi precedenti, non c’è alcuna segnalazione.

sentiero 281 Monte Zingla
L’esile traccia del sentiero 281

Guadagniamo quota passando ai piedi di Cima Moltrino.

Dopo un lungo traverso giungiamo presso una pozza da cui, slalomeggiando tra la vegetazione lungo una traccia decisamente poco visibile, saliamo alla sovrastante Sella del Moltrino (q. 1360 m.) posta sul crinale che collega Cima Moltrino al Monte Zingla.

Cima Moltrino
Ai piedi di Cima Moltrino

Seguiamo la cresta in direzione sud (destra). Adesso appaiono vecchi ma meno radi segnavia bianco-rossi.
Procediamo fra bosco e roccette lungo lo spartiacque, a tratti abbastanza affilato.

Mentre guadagniamo quota la vista si fa sempre più estesa. Le cime innevate della porzione meridionale del gruppo dell’Adamello sono oggi immerse tra le nubi.

Monte Zingla cresta nord-ovest
Monte Zingla, cresta nord-ovest

Il percorso si fa meno ripido solo quando ormai siam giunti sull’anticima nord-occidentale del Monte Zingla. La cima principale, meta di giornata, è di fronte a noi. Alle sue spalle il Monte Pizzocolo mentre a fianco da una parte lo Spino, dall’altra il Baldo e uno spicchio di Lago di Garda.

Sempre lungo il crinale scendiamo ad una sella e, tralasciata la lieve traccia del sentiero 285 che cala sulla destra, risaliamo fino alla vetta del Monte Zingla (q. 1497 m.).

Monte Zingla vetta
Sulla vetta del Monte Zingla

Durante tutto il nostro cammino odierno non abbiamo incontrato anima viva ma, leggendo il libro di vetta scopriamo che due persone erano già giunte qui prima di noi oggi, probabilmente seguendo la più breve via proveniente da sud. Poco più tardi arrivano altri quattro escursionisti con cui condividiamo qualche momento mentre ci mangiamo un panino e ammiriamo la bella vista a 360°. Pizzocolo, Spino, Marmera, Forametto nascondono quasi tutta la porzione sud del Garda. In direzione dell’allungata cresta del Baldo scorgiamo le acque blu del Lago di Valvestino.

Monte Zingla panorama
Vista verso i monti Pizzocolo, Spino e Marmera

Dopo questa piacevole pausa è tempo di riprendere il cammino, ancora lungo. Noi abbiamo deciso di compiere la traversata integrale dello Zingla per cui la nostra prossima meta sarà il Rifugio Campei de Sima.
Abbandoniamo la cima in direzione sud, lungo il pendio prativo, seguendo la traccia segnalata da alcuni paletti metallici.

Poche decine di metri e il pendio diviene decisamente erto. Alcuni cavi metallici aiutano la discesa e rendono meno probabili spiacevoli scivoloni.

Monte Zingla tratto attrezzato
Ripida discesa dal Monte Zingla

Superato il salto roccioso, la traccia scende ripida tra i faggi fino alla base di una parete rocciosa.

Procediamo ora verso est su panoramico sentiero, spesso esile, tagliando il pendio particolarmente inclinato fino a riprendere la cresta.

Monte Spino e Pizzocolo
Monte Spino e Pizzocolo

L’ambiente, intanto, si fa meno impegnativo.
Dopo un tratto a pendenza limitata, riprendiamo a scendere nel bosco con maggiore decisione fino a raggiungere il bel pianoro prativo di Campèi de Sima (Campiglio di Cima, q. 1024 m.) in cui, oltre ad una bella chiesetta intitolata alla Madonna della Neve, è posto il rifugio dedicato a Giuseppe Granata, ex presidente della sezione degli Alpini di Salò.
Purtroppo l’apertura è prevista solo la settimana prossima per cui ripartiamo immediatamente.

Rifugio Campei de Sima
Rifugio “G.Granata” Campei de Sima

Invece che seguire il sentiero 284 che tornerebbe a Cecino passando per la Casera Bresassio, optiamo per la stradina a fondo naturale (segnavia 280, Alta Via n. 10 Garda-Brenta) che ci porta alla Valle del Rilo (q. 945 m.).

Tramite l’ultima salita di giornata, arriviamo al Passo della Fobbiola (q. 969 m.) dove abbandoniamo l’Alta Via. D’ora in poi sarà tutta discesa, a tratti ripida.

Passo della Fobbiola
Passo della Fobbiola

Camminiamo lungo lo stradello sterrato che discende la Valle del Prato della Noce entrando quasi subito all’interno dell’omonima Riserva Naturale.
Tagliando le pendici meridionali del Monte Zingla, giungiamo alla Cascina Prato della Noce (q. 879 m.).

Cascina Prato della Noce
Cascina Prato della Noce

Il percorso diviene, per lunghi tratti, cementato. Un po’ spaccagambe.
Perdiamo quota sul fondo della vallata, a fianco del fosso.
Superiamo il bivio con il sentiero 229 (q. 769 m.), attualmente chiuso.
La linearità del tracciato è interrotta da saltuari tornanti. Presso uno dei quali il vicino corso d’acqua compie una cascatella.

Valle Prato della Noce cascata
Cascatella nella Valle Prato della Noce

Più a valle, una breve deviazione ci conduce alla cascata Acqua Seta. In questi giorni, piuttosto siccitosi, l’acqua è quasi assente. Le poche gocce che scendono lungo l’alta parete terminano in una piccola ma affasciante pozza color smeraldo.

cascata Acqua Seta
La pozza ai piedi della cascata Acqua Seta

Passiamo, per alcune centinaia di metri, sul versante meridionale della vallata e, incrociato il sentiero 286 (q. 585 m.) che sale al Buco del Tedesco, torniamo sul lato solatio.

Ancora un paio di km e ci troviamo nuovamente al bivio con il sentiero 284 utilizzato stamattina, ai fabbricati di Cecino e, infine, al punto di partenza.

Valle del Prato della Noce Monte Spino
Sullo sfondo il Monte Spino

DATI ITINERARIO:

  • Escursione effettuata nel Marzo 2023
  • Durata*: 7h10′
  • Tempi progressivi*: Cecino – Cascina Brasassio (1h30′) – Bivio sentieri 281/282 (3h00′) – Monte Zingla (4h00′) – Rifugio Campei de Sima (5h00′) – Passo della Fobbiola (5h30′) – Cascina Prato della Noce (5h50′) – Cecino (7h10′)
    *I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco.
  • Dislivello: +1200 m./ -1200 m.
  • Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
  • Carta escursionistica: Tabacco Editore n. 078 – Garda Occidentale-Salò-Val Sabbia-L. d’Idro – 1:25000
  • Accesso: Da Brescia (uscita autostradale Brescia Est) percorrere la S.S. 45bis poi la S.S. 45ter in direzione di Trento. Si esce a Vobarno e, presso il centro della località, si devia su via Forno verso Degagna risalendo l’omonima valle abbandonando la stradina principale per raggiungere Cecino parcheggiando appena prima del centro della borgata.
  • Trasporti pubblici: Da Brescia bus Arriva fino a Vobarno. Dopo, è necessario procedere per circa 6 km utilizzando un taxi o a piedi. (https://brescia.arriva.it/area/garda-e-valle-sabbia/)

COMMENTI E NOTE:

  • Percorso lungo e poco frequentato ma piuttosto interessante e che offre belle visuali sulle prealpi circostanti con scorci anche verso cime più elevate e spicchi del lago di Garda.
  • L’itinerario risulta spesso poco segnalato per cui è necessario fare particolare attenzione durante la progressione a percorrere la giusta traccia e, soprattutto, individuare gli incroci con i relativi sentieri da seguire.
  • Sono presenti alcuni punti un po’ esposti o, comunque, affacciati su pendii molto ripidi per cui l’escursione non è adatta a persone particolarmente infastidite da tali situazioni. Un salto roccioso appena sotto la vetta del Monte Zingla è stato ben attrezzato con un cavo di acciaio ma va affrontato con attenzione e, se ritenuto opportuno, utilizzando attrezzatura di sicurezza (imbrago, cordino con moschettone).
  • Dal Rifugio Campei de Sima, aggiungendo circa 100 metri di dislivello, è possibile tornare a Cecino utilizzando il sentiero 284 che presso la Casera Brasassio si collega al percorso seguito all’andata.
  • L’itinerario può essere seguito in entrambi i sensi ma lo ritengo decisamente più logico come descritto, seppure si debba affrontare in discesa il tratto attrezzato.
  • E’ possibile ridurre la lunghezza evitando di fare la traversata di cresta ma salendo sullo Zingla direttamente da sud, evitando di percorrere il sentiero balcone 282 ma seguendo, dalla Cascina Bresassio, prima il sentiero 284 poi il 285. Ritorno come all’andata oppure, più lungamente, seguendo quanto descritto.
    Altra alternativa è quella di risalire la Valle del Prato della Noce poi all’omonima cascina, deviare e salire per mezzo del sentiero 285.
  • Per verificare la percorribilità dei sentieri si può controllare l’apposito spazio nel sito del CAI Salò.

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