Monte di Ca’ di Pedrazzo da Castelvecchio

Monte di Ca’ di Pedrazzo da Castelvecchio

Piacevole escursione collinare nel territorio prignanese, fra boschi e campi coltivati, fino a raggiungere la sommità del panoramico Monte di Ca’ di Pedrazzo.

Monte di Ca' di Predazzo
Monte di Ca’ di Predazzo

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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE


SINTESI DESCRIZIONE:

Partenza dal Cimitero di Castelvecchio.
Su strada campestre si scende in località Quattro Gassoli per poi risalire il pendio fino alla sommità della dorsale che divide la valle del Secchia da quella del Rio Alegara.
Si continua a salire con il panorama che si fa via via più ampio.
Incontrato l’asfalto presso i fabbricati di Madonna della Neve lo si segue fino a Montechiaratore.
Per comodo stradello a fondo naturale prima e pendente campestre dopo, si perviene alla sommità della dolce cima del Monte di Ca’ di Pedrazzo ove è stata posizionata una panchina gigante. La vista a 360° è stupefacente!

Dopo aver percorso l’ampia dorsale, si raggiunge nuovamente l’asfalto percorrendolo fino a Ca’ di Toni.
Da questa località, svoltando su percorso sterrato, a tratti ripido, e in parte nel bosco si ritorna al punto di partenza.

Colori in Appennino
Contrasto di colori tra Borra e Madonna della Neve

DESCRIZIONE COMPLETA:

Una giornata di fine autunno. Dopo una mattinata piovosa, piccoli squarci di azzurro mi fan immediatamente venire voglia di andarmi a sgranchire un po’ le gambe.
Penso a un posto abbastanza vicino a casa in cui possano risaltare i colori che mi sembra già di immaginare.

Tempo mezzoretta d’auto e sono a fianco del cimitero di Castelvecchio (q. 500 m. circa), nel territorio prignanese.
Vista l’acqua caduta dal cielo, non sarebbe proprio il periodo adatto per calcare sentieri e carrarecce delle argillose colline che contraddistinguono quest’angolo di Emilia. Ma mi basta guardarmi intorno che non mi interessa del fango che incontrerò. 

Castelvecchio di Prignano
Presso il cimitero di Castelvecchio

Indossati gli scarponcini, mi porto sulla strada che sale da Castelvecchio e inizio a risalirla con vista sia sulla vallata del Fiume Secchia che verso l’alto Appennino con l’innevata cresta del Monte Cusna completamente immersa tra le nubi.

Passo a fianco del tozzo e moderno campanile e di Villa Moretti poi, raggiunto il limitrofo Oratorio Davato, svolto per una campestre (segnavia “Anello Prignano”) passando davanti alla facciata dell’edificio.

Oratorio Davato Prignano
Oratorio Davato

Dopo qualche prova di pattinaggio su fango in discesa, arrivo a fianco di un laghetto artificiale dove incontro il sentiero 564 (segnavia bianco-rossi) che scende da Le Are.
Procedo in piano e presto mi trovo presso il minuscolo e delizioso borgo rurale di Quattro Gassoli (q. 475 m. circa) preannunciato da alcuni edifici in rovina e dall’Oratorio di San Rocco.

Quattro Gassoli Prignano
Quattro Gassoli

Senza inoltrarmi tra i bei fabbricati ristrutturati, passo a fianco dell’oratorio e, oltrepassato un piccolo ponticello in legno, lungo una carrareccia inizio la risalita del pendio rimanendo prevalentemente nel bosco.

sentieri Prignano
Sul sentiero 564

Evitando di deviare dal tracciato indicato sia dai segnavia bianco-rossi del percorso CAI 564 che dalle frecce dell’Anello di Prignano, raggiungo il crocevia (q. 562 m. circa) posto sulla sommità della dorsale che divide la valle del Secchia da quella del Rio Alegara.

Valle del Secchia
Vista sulla Valle del Secchia

Senza considerare gli altri percorsi svolto sulla carrareccia in salita che procede verso sud (destra).

Man mano che guadagno quota la vista si fa sempre più ampia sulle colline circostanti in cui si notano i numerosi calanchi presenti. Poi ecco anche la pianura. Nelle giornate limpide, la visuale già raggiungerebbe anche le Alpi venete e, più su, anche quelle lombarde e trentine.

Monte Lauro
Guardando il percorso a ritroso

Al bivio successivo, abbandono il percorso dell’Anello di Prignano (segnavia bianco-verdi) e proseguo in salita sul tracciato principale.
Intanto, le scure nuvole stanno iniziando sempre più a far posto al cielo azzurro.

Giunto agli edifici della Borra, il percorso diventa decisamente comodo.
Mentre il sole accende il verde dei prati coltivati, il panorama rimane splendido.

Borra Prignano
Borra

Presso i fabbricati di Madonna della Neve (q. 655 m. circa) incontro l’asfalto e lo seguo in salita.
Il panorama ora spazia anche verso il Monte Cimone e il Corno alle Scale mentre dalla parte opposta vedo il vicino Monte di Ca’ di Pedrazzo, la massima elevazione del mio percorso odierno.

Monte Cimone
Vista verso il Monte Cimone

Arrivato alle primissime case di Montechiaratore, svolto a destra su di uno stradello a fondo naturale che, passando a fianco di un grosso fienile a tunnel, conduce ad una casa (località Le Borre).
Supero la sbarra, passo accanto agli edifici e continuo in piano fino ad incontrare un sentiero (freccia “Big Bench”) che si inerpica aiutato da qualche scalino.

Uscendo da Montechiaratore

Guadagnando quota per campestre a fianco di campi coltivati, raggiungo la dolce cima del Monte di Ca’ di Pedrazzo (q. 714 m.) su cui è stata posta una di quelle panchine giganti che da qualche anno a questa parte tanto vanno di moda.
Da quassù il panorama è pazzesco nonostante la quota sia piuttosto limitata. Nelle giornate più limpide, oltre alle più elevate cime dell’Appennino settentrionale, alla collina reggiana e modenese e alla vicina pianura, la vista spazierebbe dal Monte Civetta e dalla Marmolada fino alle Grigne passando per Adamello e Bernina.

Monte di Ca' di Predazzo
Monte di Ca’ di Predazzo

Continuo il cammino procedendo verso sud-ovest lungo l’ampia dorsale, sul limitare di un campo coltivato. Il fango, che fino ad ora non mi aveva creato problemi, in questo tratto molto morbido tende ad incollarsi ai miei scarponi.
Un pino solitario si staglia sulla sommità della collina.

Pino solitario Prignano
Pino solitario

Non devio mai dal percorso principale segnalato dalle frecce dell’Anello di Prignano, seppure in senso opposto, e dopo alcune centinaia di metri mi porto sul versante settentrionale passando a fianco di un laghetto artificiale.

Dopo un lungo tratto piano, in discesa si raggiunge la strada asfaltata (via Chiesa Castelvecchio, segnavia 564) che seguo verso nord (destra).
Il percorso permane piacevole e panoramico.

Appennino Reggiano
Vista sull’Appennino Reggiano

La strada mi condurrebbe a Le Are e giù fino all’auto ma preferisco optare per un percorso più escursionistico, quindi, pervenuto a Ca’ di Toni, svolto a sinistra su carrareccia.

Raggiunta una grande quercia incontro nuovamente l’anello di Prignano.
Lo seguo verso nord (destra) e presto mi trovo a scendere ripidamente fra querce e castagni. Nelle condizioni odierne questo è il tratto tecnicamente più impegnativo di tutto il percorso e devo fare molta attenzione a non scivolare. Le evidenti tracce di un capriolo che mi ha preceduto hanno disegnato innumerevoli pattinate nel terreno.

sentieri Prignano
Scendendo da Ca’ di Toni

Al termine della discesa, il percorso ritorna tranquillo.
Dopo diversi saliscendi esco dal bosco già in vista del cimitero di Castelvecchio.

Un taglio tra i campi mi riporta su via Chiesa Castelvecchio con cui torno a passare davanti al campanile trovandomi in fretta al punto di partenza.

DATI ITINERARIO:

  • Escursione effettuata nel Dicembre 2023
  • Durata*: 2h20′
  • Tempi progressivi*: Cimitero di Castelvecchio – Crocevia q. 562 (35′) – Madonna della Neve (1h00′) – Monte di Ca’ di Pedrazzo (1h20′) – Cà di Toni (1h55′) – Cimitero di Castelvecchio (2h20′)
    *I tempi inseriti corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente sul posto.
  • Dislivello: +250 m./ -250 m. circa
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Carta escursionistica: Il Sentiero Editore – Carta escursionistica n. 13 – Basso Appennino Modenese Ovest – 1:25000
  • Accesso: Da Modena o Reggio Emilia seguire per Sassuolo e San Michele poi proseguire in direzione di Prignano sulla Secchia e, una volta raggiunto Castelvecchio, deviare in salita per la chiesa e il successivo cimitero.
  • Trasporti pubblici: Da Modena o Reggio Emilia bus o treno per Sassuolo poi bus per Prignano (linea 630) con fermata a Castelvecchio (https://www.setaweb.it/) da cui si può salire al cimitero a piedi.
    E’ possibile partire anche da Prignano, raggiunto da un numero maggiore di mezzi, da cui si sale per strade e/o sentiero a Montechiaratore o a Madonna della Neve da cui si percorre l’anello.

COMMENTI E NOTE:

  • Percorso breve ma piacevole. Mai noioso.
    Nelle giornate terse offre un panorama di prim’ordine nonostante la bassa quota.
  • Prevalentemente lungo carrarecce, non presenta difficoltà tecniche. Solo durante i periodi piovosi risulta fangoso e, di conseguenza, scivoloso.
  • L’itinerario è percorribile in entrambi i sensi senza particolari differenze.
  • Volendolo allungare un poco, si può partire da Prignano da cui si sale a Montechiaratore dove si incontra il percorso descritto.

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