Cascata dell’Acquacheta e Passo Peschiera da San Benedetto in Alpe
Escursione ad anello lungo i sentieri che percorrono la lussureggiante vallata del Fosso dell’Acquacheta, con le splendide cascate, e i boscosi crinali fra San Benedetto in Alpe e il Passo della Peschiera.
La valle dell’Acquacheta è una delle zone più frequentate del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, e l’omonima cascata è la più famosa ma non certo l’unica della zona.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
DESCRIZIONE:
San Benedetto in Alpe.
Lascio l’auto nel parcheggio di Piazza XXV Aprile posto appena prima del ponte sul Fosso dell’Acquacheta (q. 499 m.).
Imbocco lo stradellino posto in fondo al parcheggio e cammino a fianco delle smeraldine acque del Fosso per poi salire su ripido percorso lastricato fino all’ampio tracciato per le Cascate.
Mi trovo ora sull’itinerario 407 (segnavia bianco-rossi) coincidente con l’Alta Via dei Parchi, il Cammino di Sant’Antonio e il Sentiero delle Foreste Sacre, percorso che attraversa tutto il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Dopo un tratto pianeggiante, il percorso si stringe e diventa più sconnesso scendendo al corso d’acqua a cui segue un tratto in saliscendi in cui mi avvicinano e allontano dal Fosso.
Bello il passaggio su di un ponticello per superare un saltellante fossetto laterale.
Oltrepasso il bivio con il sentiero 415A e il ponticello sul Fosso Fiumicino poi giungo alla Cà del Rospo (q. 570 m.) nelle cui vicinanze c’è una bella cascata creata da un piccolo corso d’acqua che scende dallo scosceso versante meridionale di questa lussureggiante valletta.
L’ambiente è decisamente bello.
Mantenendomi sempre lungo il sentiero contrassegnato dai segnavia bianco-rossi, guadagno quota con faticose salite alternate a qualche sezione più pianeggiante poi, con una discesa, arrivo al ristrutturato Mulino dei Romiti.
Proseguo lungo il sentiero e in pochi minuti, dopo aver superato un altro salto d’acqua, arrivo all’incrocio con il sentiero 429 presso il quale è posto il belvedere su “La Caduta” meglio conosciuta come Cascata dell’Acquacheta.
Alta circa 70 metri e situata in territorio toscano, in questo periodo in cui le nevi si stanno sciogliendo, è piuttosto carica d’acqua. Completamente diverso sarebbe stato da estate inoltrata ad inizio autunno.
Proseguo lungo il sentiero 407 giusto pochissimi minuti per andare a vedere anche la bella Cascata del Lavane, sicuramente meritevole della brevissima digressione.
Evito di guadare il Rio e ritorno sui miei passi fino all’incrocio fra i sentieri 407 e 429.
Seguo ora quest’ultimo in direzione del Poggio dell’Inferno guadagnando quota nella faggeta.
Uscendo dal bosco aggiro una recinzione e su bel pendio aperto sfioro le Case Pian Baruzzoli (q. 800 m.).
Continuo a salire sempre facendo attenzione a mantenermi sul percorso marcato con i segnavia bianco-rossi e, con un tratto decisamente ripido, raggiungo una dorsale che seguo fino alla sommità.
L’itinerario è ora decisamente panoramico con ampia visuale sulle montagne circostanti.
Solo il Monte Falterona è oggi immerso nelle nubi provenienti dalla Toscana.
Mi trovo esattamente sul confine regionale.
Il sentiero procede sull’ampia cresta alternando tratti nella vegetazione ad altri piuttosto aperti.
Sfioro la sommità del Poggio Fontanacce (q. 1107 m.), passo il Poggio dell’Inferno per poi scendere ad incrociare una strada inghiaiata (q. 1052 m.) che coincide con il percorso 555.
Superato un cancello, seguo la strada verso destra (nord) scendendo, con begli scorci sulla valle del Fosso Fiumicino.
Oltrepasso un altro cancello ed eccomi al Passo della Peschiera (q. 930 m.).
Attraverso la Strada Provinciale 55 imboccando il sentiero 555 che sale faticosamente.
Aggiro il primo monticello rimanendo sul versante settentrionale ritornando poi sulla dorsale.
Con faticosi saliscendi, rimango sul boscoso crinale o in prossimità di esso, raggiungendo prima il Monte del Becco (q. 1006 m.) poi la panoramica vetta del Monte Bruno (q. 1085 m.) presso la quale è posizionato un crocifisso in legno.
Sempre con saliscendi, oltrepasso quota 1093 m.e raggiungo il Cozzo del Diavolo (q. 1074 m.), bella terrazza panoramica: verso nord la Toscana mentre a sud c’è la Romagna.
Sembra strano ma il particolare andamento dei confini regionali crea anche questa anomalia.
Presso il Monte Val dei Porri, mi innesto nel sentiero 553 proveniente dal Valico della Collina e scendo al Colle di Tramazzo (q. 971 m.) dove incrocio un’ampia strada inghiaiata su cui convergono diversi tracciati tra cui l’Alta Via dei Parchi e il Sentiero delle Foreste Sacre.
Il sentiero 559 procede verso il Lago di Ponte. Io, invece, imbocco verso uno stradello sterrato (segnavia 553 diretto a Monte Freddo).
Dopo poco abbandono il tracciato 553 e continuo lungo lo stradello (segnavia 415).
Ad una curva secca verso sinistra (q. 1040 m.), lascio anche questo stradello per imboccare una mulattiera (sempre segnavia 415 verso San Benedetto) che percorre una dorsale.
Alcune centinaia di metri dopo il percorso si sposta sul ripido fianco orientale del Monte Susinelli oltrepassato il quale riprendo a seguire il crinale o, per lo meno, le immediate vicinanze ora su di un versante ora su di un altro.
E’ questa una lunga parte del percorso in cui il sentiero ha pendenze piuttosto leggere ed entra ed esce dalla vegetazione offrendo altre belle vedute.
Arrivo al bivio fra i tracciati 415 e 415A.
Mi mantengo sul primo perdendo velocemente quota lungo la sinuosa dorsale.
Raggiunto un prato le indicazioni spariscono in quanto numerosi pali con segnavia bianco-rosso, purtroppo, risultano abbattuti probabilmente dai cinghiali che hanno rivoltato buona parte dell’area.
Dopo un attimo di indecisione, evito di seguire la campestre che taglia il versante orientale (segnavia sbiadito giallo-blu) e continuo a scendere sulla dorsale recuperando presto i segnavia bianco-rossi con le case di San Benedetto che appaiono all’orizzonte.
Giungo così presso 3 grosse croci di legno sotto le quali passa un sassoso stradello che seguo in discesa verso sinistra (nord).
Entro così fra le case di Poggio che attraverso fino alla storica Abbazia di San Benedetto (secolo XI, q. 585 m.).
Appena prima dell’Abbazia, perdo quota lungo l’antico percorso lastricato (segnavia Alta Via dei Parchi e Sentiero delle Foreste Sacre) che, dopo aver toccato la sottostante Strada Provinciale, cala fino all’abitato di San Benedetto in Alpe.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Febbraio 2020
- Durata*: 7h10′
- Tempi progressivi*: San Benedetto in Alpe – Cascata dell’Acquacheta (1h30′) – Bivio sentieri 429/555 (3h45′) – Passo della Peschiera (4h00′) – Colle di Tramazzo (5h10′) – San Benedetto (Abbazia) (6h50′) – San Benedetto in Alpe (7h10′)
*I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato. - Dislivello: +1100 m./ -1100 m.
- Difficoltà: E (Escursionistica)
- Carta escursionistica: Istituto Geografico Adriatico n. 21 – Alpe di San Benedetto – 1:25000; Istituto Geografico Adriatico n. 22 – Alta Valle del Lamone – 1:25000; Selca – Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna – 1:25000
- Accesso: Da Arezzo seguire per Bibbiena, Stia e la direzione Forlì-Cesena fino al Passo della Calla;
Da Firenze procedere lungo la S.S 67 per Pontassieve poi Forlì fino a San Benedetto in Alpe;
Da Forlì procedere lungo la S.S. 67 in direzione di Firenze fino a San Benedetto in Alpe. - Trasporti pubblici: da Forlì Autobus Start Romagna fino a San Benedetto in Alpe (linea 127 per Muraglione) (https://www.startromagna.it/servizi/orari-e-percorsi/)
COMMENTI E NOTE:
- Interessante e varia escursione nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campignia.
Ad una prima parte caratterizzata dall’acqua con splendide cascate immerse in una vegetazione lussureggiante, segue una più lunga sezione su crinali boscosi ma con numerosi punti panoramici. - Le difficoltà maggiori sono date da lunghezza e dislivello che richiedono un buon grado di allenamento.
Fino al ripristino di parte della segnaletica nella discesa finale verso San Benedetto, potrebbe esserci qualche problema di orientamento. - Non ci sono tratti esposti. Sono solo un po’ ripidi alcuni punti lungo il versante orientale del Monte Susinelli.
- L’itinerario può essere compiuto anche in senso opposto senza che le difficoltà cambino particolarmente.
- Volendo accorciare il percorso, raggiunte le Cascate dell’Acquacheta e del Lavane, si deve tornare indietro lungo lo stesso percorso altrimenti seguire un differente anello passando dai Romiti.
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